Lo Stress nel Gioco Interiore: qual è il ruolo dello stress nel Gioco Interiore e in che modo gli strumenti del Gioco Interiore possono aiutare a gestire lo stress

Lo Stress nel Gioco Interiore: Effetti e Gestione

Lo stress nel Gioco Interiore riveste un ruolo determinante, poiché, incidendo sulla nostra concentrazione, rappresenta un ostacolo per la gestione efficace dell’Inner Game. Anzi, rischia di alimentare una condizione di scarsa fiducia nel potenziale personale e di diventare un valido argomento per il Sé1, intento a nutrire i nostri dubbi e le nostre paure.

Lo stress, nel Gioco Interiore, è una delle componenti che influiscono sulla partita che si gioca dentro di noi e che agiscono sulle nostre risorse e capacità depotenziandole, incidendo sulla performance nel suo insieme.
Al tempo stesso, lo stress è una conseguenza di un Gioco Interiore che ha la meglio su di noi e che fomenta le nostre paure e le incertezze.

Allo stress nel Gioco Interiore, Timothy Gallwey ha dedicato una delle sue opere più conosciute, disponibile anche in italiano: The Inner Game of Stress.
In questo saggio vengono indicati una serie di strumenti utili a gestire lo stress in vista delle performance e del benessere personale.

Lo Stress nel Gioco Interiore: gli Strumenti dell’Inner Game

Esistono diversi strumenti e tecniche nel Gioco Interiore che si rivelano utili per la gestione dello stress. La scelta dell’uno o dell’altro è un fatto soggettivo, per quanto, tra i vari, ce ne sia uno che rappresenta un punto di partenza importante e che si dimostra semplice ed efficace da impiegare: Fermarsi.

Oltre a questa tecnica vedremo:

  • Le tre domande di controllo
  • la scelta di provare nuovi atteggiamenti
  • la trasposizione
  • la ridefinizione.

Iniziamo dal Fermarsi. È una cosa che a volte viene spontaneo fare: arrestarsi, aspettare, tirarsi fuori da una situazione e guardarla dall’esterno, focalizzando l’attenzione su un punto per volta anziché guardarla nel suo insieme, dall’interno.
La tecnica che consiste nel fermarsi si suddivide in quattro momenti fondamentali:

  • fare un passo indietro, per guardare le cose con un certo distacco e maggiore controllo delle emozioni
  • pensare, ovvero porsi delle domande a mente lucida, riflettere sulle ragioni dello stress e su quelle che sono le nostre risorse e le cose da fare
  • organizzare i pensieri, in modo da riprendere il controllo sulla situazione e sul modo di procedere
  • attivarsi, tornare in azione, affinché la pausa non si trasformi in una comfort zone in cui nasconderci e dalla quale non vogliamo tornare fuori e rimetterci all’opera.
    La pausa che ci siamo presi serve proprio a ripartire più tranquilli e sicuri di prima.

La tecnica delle Tre domande di controllo, invece, ci aiuta a distinguere ciò che non possiamo controllare – e che genera in noi un senso di frustrazione inutile e controproducente – da quello che è sotto il nostro controllo, di cui è importante che ci capacitiamo, rendendoci conto di come, in una certa misura, possiamo intervenire sull’andamento delle cose.
Le tre domande, infatti, sono:

  • Cosa non controlliamo in una determinata situazione
  • Cosa stiamo cercando di controllare
  • Cosa possiamo controllare, ma, in una determinata circostanza, non ci stiamo riuscendo.

La tecnica che consiste nel Provare nuovi atteggiamenti può essere paragonata al cosiddetto Pensiero Laterale: anziché considerare una cosa sempre dal medesimo punto di vista, anziché porci di fronte a una situazione sempre nel medesimo modo, proviamo a considerare la possibilità di ampliare le nostre vedute e di assumere un modo nuovo di approcciarci a persone e situazioni, soprattutto quando i nostri modi abituali si rivelano poco produttivi, se non ostacolanti.

Lo strumento Trasposizione si rivela particolarmente utile nelle relazioni sociali.
La trasposizione è supportata dall’Intelligenza emotiva e dall’Empatia e aiuta ad accrescere entrambe queste abilità.
Si tratta di capire cosa proviamo, cosa pensiamo e cosa vogliamo quando ci rapportiamo a un’altra persona, in modo da migliorare innanzitutto la comunicazione. Se anche questa tecnica non dovesse farci ottenere esattamente quello che avremmo voluto, di fatto la riflessione sincera ci permette di abbassare i livelli di stress.

Ultimo tra gli strumenti che ho voluto prendere in considerazione parlando dello stress nel Gioco Interiore, la Ridefinizione.
Ridefinire ci serve a riconsiderare alcune certezze che abbiamo, che probabilmente abbiamo accettato acriticamente o che, con il tempo, si sono svuotate del loro significato, degli argomenti validi a sostenerle e rimangono cristallizzate acriticamente, impedendoci di crescere e di allargare i nostri punti di vista.
È un po’ come quando facciamo pulizia negli armadi: si tratta di alleggerire il nostro bagaglio di verità e certezze, lasciando quelle che hanno ancora delle solide basi e facendo posto a nuovi modi di pensare, probabilmente più in linea con la nostra crescita e le nostre necessità.
A volte lo stress è dettato da principi e convinzioni che ci limitano nelle scelte e nelle azioni. Rimettendo in discussione e ridefinendo i nostri punti di vista, potremmo renderci conto che le ragioni dello stress sono tutte nella nostra testa.

Gestione dello Stress e Concentrazione Rilassata

Parlando di stress in relazione al Gioco Interiore, va introdotto un argomento correlato: la Concentrazione Rilassata.
La concentrazione rilassata ci serve a distrarci da tutti quei meccanismi, automatici o consapevoli che siano, che innescano lo stress, permettendoci di focalizzare la nostra attenzione, con tranquillità, sulla sola cosa che ci interessi davvero e su cui possiamo intervenire: il qui e ora.

Si parla di concentrazione rilassata perché non deve essere forzata. Piuttosto, è importante che sia un’attenzione costante, supportata dalla consapevolezza e dalla fiducia nelle proprie capacità.
Grazie a questo modo di agire, lo stress scompare grazie a un modo piacevole e concentrato di fare e grazie al piacere stesso di fare.

Lo Stress e il Gioco Interiore

Il Gioco Interiore di Gallwey, grazie ai suoi principi e a quanto aiuta a imparare, già rappresenta un valido deterrente per lo stress.
Sappiamo che il Gioco Interiore, perché sia sano ed efficace, necessita di fiducia nel proprio potenziale, di autostima, di voglia di fare e di mettersi in gioco, facendo spazio al Sé2, di desiderio di godersi il momento, anziché lasciarsi vincere da giudizi e remore.

In merito al divertimento è bene specificare che, fare le cose con leggerezza senza perdere di vista il piacere di fare, non vuol dire fare in modo sbrigativo, irresponsabile. L’Enjoyment di cui parla il padre dell’Inner Game è propriamente il piacere che proviamo quando facciamo una cosa e quando impariamo, a prescindere dal risultato, e grazie al quale continuiamo ad amare ciò che ci impegna e ci sentiamo motivati a fare.

Pertanto, imparare a gestire il Gioco Interiore ci aiuta a lavorare sullo stress e a liberarcene, in modo che non possa incidere sulle nostre prestazioni.

Angelo Bonacci

Angelo Bonacci

Ceo e fondatore di Prometeo Coaching®. E' considerato un veterano del Coaching italiano. Da venti anni ricopre il ruolo di docente e conferenziere in seminari sul coaching, la comunicazione efficace, la motivazione e la leadership.