Quello che oggi chiamiamo Coaching nasce dalla filosofia e dalla metodologia dell’Inner Game. Il Coaching è… l’Inner Game!

È questo il primo motivo che spinge gli operatori del settore, cavalcando l’onda dell’entusiasmo e delle ricerche correlate,  a usare una comunicazione ingannevole (figlia del peggior marketing) per offrire contenuti fuorvianti. È davvero utile questa confusione? È opportuno miscelare, cambiare, disconoscere le radici culturali del Coaching?

Partiamo col chiarire, ad esempio, che l’Inner Game non è la PNL

Nel panorama formativo italiano, nonché in quello della crescita e dello sviluppo personale, sta ricevendo particolare attenzione e interesse sempre più crescente il concetto dell’Inner Game. Le sue basi poggiano sull’assunto che nella mente di ogni individuo, nel compimento di qualsiasi attività, alberga un “gioco interiore” che ha la capacità di influenzare e decidere il risultato finale che si desidera ottenere.

Il concetto dell’Inner Game si deve a Timothy Gallwey, considerato il padre fondatore del Coaching moderno, che negli anni settanta intuì e osservò come, nei giocatori di tennis, la prestazione sportiva fosse influenzata da ciò che accadeva all’interno della loro mente, prima ancora di scendere in campo e affrontare l’avversario di turno.

Quali sono i motivi che permettono di sostenere che l’Inner Game non è la PNL? 

Di certo l’Inner Game non è una metodologia che utilizza la forza del linguaggio per modificare gli schemi di pensiero e di comportamento, ma costituisce, al contrario, un metodo legato all’apprendimento naturale e alla riscoperta del proprio sé autentico. Inoltre, l’Inner Game non è un metodo didattico chiuso né un concentrato di tecniche psicologiche e ipnotiche, ma, viceversa, rappresenta la naturale predisposizione dell’essere umano alla creatività e allo sviluppo del suo potenziale unico e irripetibile. 

Scuola di Coaching per Diventare un Coach ProfessionistaUlteriore caratteristica che contraddistingue e differenzia l’approccio dell’Inner Game da quello della PNL, per di più, è l’elemento della consapevolezza di ciò che è, per il solo fatto di vivere nel momento presente, tralasciando la parte meramente cognitiva corrispondente a quello che Gallwey definisce il proprio Self 1. Il Sé pensante, difatti, attiva una serie di meccanismi prescrittivi, giudicanti e direttivi che interferiscono sul naturale processo di apprendimento del Sé autentico, quel Self 2 che è l’espressione delle nostre abilità e capacità personali.

Altro elemento differenziante è costituito dal fattore enjoyment (divertimento/piacere/godimento) che rappresenta uno dei punti cardine dell’Inner Game. La prestazione ottimale di ciascun individuo, come si evince dalla Formula dell’Inner Game (P=p-i), passa attraverso l’espressione del potenziale personale libero dalle interferenze interne. Tale prestazione, inoltre, deriva dalla combinazione ottimale di tre elementi interconnessi tra loro: il risultato finale, l’apprendimento e il divertimento. Divertirsi, apprendere mediante l’esperienza diretta, conseguire un risultato specifico costituiscono i principali fattori sui quali si basa il processo evolutivo dell’Inner Game che, per le sue peculiarità, ha la capacità di migliorare la qualità delle prestazioni delle persone nella vita familiare, in quella lavorativa nonché in quella sportiva.

Tale polivalenza del Gioco Interiore consente all’individuo di interfacciarsi e operare efficacemente in ogni contesto in cui desidera cimentarsi, senza tralasciare il piacere di imparare mentre fa esperienza concreta e diretta. 

Perché l’Inner Game non è La PNL? Perché è libero da qualsiasi modello, schema, tecnica o perimetro nel quale lo si voglia imbrigliare. La sua forza sta nel lasciar libero il naturale processo evolutivo dell’essere umano, permettendoci di ricollegarci alla parte più istintiva e autentica di noi stessi.

Se hai desiderio di apprendere di più riguardo al tuo personale Inner Game, presta attenzione al dialogo interno che si sviluppa quando “ti costringi” a fare qualcosa e a quello che emerge quando fai “per il piacere” di compiere quell’attività. Apriti all’esperienza come facevi da bambino, quando eri alla scoperta di ogni cosa con gli occhi interessati e meravigliati oppure osserva i tuoi figli e impara da loro come tornare a vivere con entusiasmo e passione l’esperienza del momento.

L’Inner Game non è la PNL, perché, nel Gioco Interiore, il processo di apprendimento fluisce in modo naturale e personale, e ciò che ci appassiona, ci motiva e ci rende unici vive già dentro di noi.

Angelo Bonacci

Angelo Bonacci

Ceo e fondatore di Prometeo Coaching®. E' considerato un veterano del Coaching italiano. Da venti anni ricopre il ruolo di docente e conferenziere in seminari sul coaching, la comunicazione efficace, la motivazione e la leadership.